Superbonus, il Governo apre alla proroga per le unifamiliari. Compatibilmente con il DEF, l’agevolazione potrebbe essere estesa al 31 dicembre 2022 anche per chi non ha completato il 30% dei lavori al 30 giugno 2022.

Prima apertura del Governo sulla proroga del Superbonus per gli edifici unifamiliari. Il sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze, Federico Freni, ieri ha risposto ad un’interrogazione in Commissione Finanze della Camera, spiegando che il Governo sta compiendo le valutazioni del caso.

Superbonus e unifamiliari, la proroga

Freni ha reso noto che l’Amministrazione finanziaria e gli altri dicasteri interessati stanno valutando una proroga del termine del 30 giugno 2022 per l’espletamento degli interventi sulle unità immobiliari unifamiliari compatibilmente con le previsioni inserite nel documento di finanza pubblica per il 2022 in corso di predisposizione.

Questo significa che la scadenza del Superbonus, per tutti gli interventi sulle unifamiliari, sarebbe il 31 dicembre 2022. Al momento, invece, solo chi ha completato il 30% dei lavori entro il 30 giugno 2022 può ottenere il Superbonus per le spese sostenute fino al 31 dicembre 2022. Per chi non è in grado di rispettare questa condizione, la scadenza è fissata al 30 giugno 2022.

Si tratta della prima apertura del Governo, che fino ad ora, in altre interrogazioni, aveva escluso la proroga del Superbonus per le unifamiliari, confermando le scadenze in vigore e dando luogo ad una serie di richieste sotto forma di emendamenti e ordini del giorno presentati in Parlamento.

Superbonus, le richieste di proroga

L’interrogazione, presentata da un gruppo di deputati della Lega, riprende le segnalazioni e le richieste avanzate in questo periodo sia dalla maggioranza sia dall’opposizione.

Le richieste di proroga sarebbero motivate dalle modifiche normative in materia di cessione del credito, che, come esposto dal primo firmatario dell’interrogazione, Alberto Luigi Gusmeroli, hanno comportato “una tale confusione applicativa da rallentare, quasi bloccare, il settore dell’edilizia, determinando preoccupazione e incertezza nella programmazione a medio-breve termine”.

A pesare sui ritardi, e sull’impossibilità di rispettare la scadenza del 30 giugno 2022 per il completamento del 30% dei lavori, ha sottolineato Gusmeroli, anche il forte ritardo nella consegna dei materiali e la pubblicazione del nuovo prezziario MiTE, avvenuta il 16 marzo anziché il 9 febbraio, che ha portato i tecnici a rivedere le asseverazioni con 40 giorni di ritardo.

Le richieste dovranno ora essere confrontate con le esigenze di pareggio del bilancio, ma anche con la necessità di non far fermare il settore edile.

 

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