Cessione crediti a Poste Italiane: chi è il Responsabile dei servizi di asseverazione tecnica?

Responsabile dei servizi di asseverazione tecnica! “Chi è costui”? La domanda è doverosa, trattandosi di un soggetto “inventato” da Poste Italiane, la cui firma viene richiesta, da agosto 2022, per consentire l’accesso al canale di cessione dei crediti d’imposta. Una figura non prevista da nessuna norma, da nessuna circolare, da nessuna risposta dell’Agenzia delle Entrate ma, ora, una realtà per chi vuole fruire dei servizi messi a disposizione dalle Poste, anche se riferiti a lavori fatti in precedenza.

Del resto è lecito che Poste Italiane abbia introdotto una forma di autotutela dai rischi derivanti dalla cosiddetta responsabilità solidale perché, ricordiamolo, Poste Italiane SpA è a tutti gli effetti una società, seppure con quote maggioritarie di partecipazione statale.

Meno facile per i professionisti (e ancor meno per i contribuenti) identificare questo soggetto tra quelli che intervengono nel processo di progettazione, direzione lavori, collaudo, asseverazione e visto finale.

Ancor meno facile convincerlo ad assumersi la responsabilità di tutta la partita tecnico-fiscale, perché di questo effettivamente si tratta.

La cessione dei crediti d’imposta a Poste Italiane

Il servizio di cessione dei crediti offerto da Poste Italiane è attivo per le richieste presentate dai beneficiari originari del credito d’imposta (c.d. prime cessioni) e relativamente alle quote annuali fruibili a partire dal 2023 in relazione a crediti maturati a fronte di spese sostenute nel 2022 o a rate residue di spese sostenute negli anni precedenti.

Nel sito di Poste Italiane è ben specificata la procedura da seguire e i corrispettivi riconosciuti per ogni tipologia di bonus fiscale. È anche indicato che il titolare del credito d’imposta è tenuto, come anche previsto dall’Agenzia delle Entrate, a cedere l’importo complessivo del credito d’imposta o le quote residue non ancora utilizzate in detrazione, senza poter dunque effettuare cessioni parziali.
L’importo complessivo massimo cedibile (anche tramite più cessioni) è pari a 150mila euro per tutti i cedenti.

Il soggetto “Responsabile dei servizi di asseverazione tecnica”

Per avviare l’iter di cessione dei crediti fiscali Poste Italiane richiede al cedente la compilazione di un’apposita dichiarazione che deve essere sottoscritta, appunto, da un soggetto che si qualifica come “Responsabile dei servizi di asseverazione tecnica”.

A tal fine, il soggetto, deve essere “incaricato dal cedente (e a spese del medesimo)” e deve dichiarare, in relazione agli interventi eseguiti su una determinata unità immobiliare, di avere svolto “le attività di verifica della documentazione tecnica necessaria per il riconoscimento della detrazione d’imposta”. Inoltre deve garantire a Poste Italiane di:

  • essere in possesso “delle professionalità e competenze necessarie alla richiesta attività di verifica”;
  • avere “controllato e verificato la documentazione tecnica… e la conformità della stessa, nonché delle informazioni, dei dati e degli elementi ivi indicati, rispetto alla normativa applicabile, … ai fini del riconoscimento della detrazione di imposta in relazione ai lavori effettuati”;
  • avere “ritenuto soddisfatti ed in linea con la circolare AdE n.23/E/2022, con riferimento ai lavori eseguiti, i requisiti di cui agli indici ivi previsti (par. 5.3) ed applicabili alla fattispecie:
    • con riferimento al terzo indice “sproporzione tra l’ammontare dei crediti ceduti ed il valore dell’unità immobiliare”, il “Responsabile dei servizi di asseverazione tecnica” dichiara che in relazione al valore stimato dell’unità immobiliare prima dell’intervento… non si rilevano sproporzioni tra il valore dell’unità immobiliare prima dell’intervento… e l’ammontare dei crediti offerti in cessione;
    • con riferimento al sesto indice “mancata effettuazione dei lavori”, il “Responsabile dei servizi di asseverazione tecnica” dichiara che i lavori elencati nell’asseverazione tecnica o nel SAL sono stati effettivamente eseguiti.

Il modulo di dichiarazione si conclude nel modo seguente “Conseguentemente, sulla scorta di quanto dichiarato, Poste Italiane spa, può fare pieno affidamento sulla correttezza, completezza e veridicità della predetta attività di verifica”.

È evidente, dunque, che il Professionista firmatario si assume la responsabilità della concreta correttezza di tutto l’iter tecnico-fiscale che porta alla maturazione dei crediti d’imposta e così Poste Italiane potrà eventualmente rivalersi su di lui in caso di contenziosi con l’Agenzia delle Entrate.

Le responsabilità del “Responsabile dei servizi di asseverazione tecnica”

Pur non trattandosi di una dichiarazione asseverata le responsabilità professionali del soggetto che, firmando il modulo messo a disposizione da Poste, si qualifica come “Responsabile dei servizi di asseverazione tecnica”, sono enormi.

Senza perdere il diritto a rivalersi sui singoli soggetti asseveratori, Poste avrà infatti un interlocutore “prioritario” su cui azionare eventuali richieste risarcitorie.

Tramite la firma del modulo Poste crea infatti un rapporto diretto con il Professionista, dal punto di vista delle obbligazioni assunte e relative responsabilità.

Non dimentichiamo che il Professionista è il soggetto più “appetibile” per una eventuale richiesta di risarcimento, in quanto coperto da idonea assicurazione e, pertanto, sicuramente capiente. Allo stesso tempo, con questo meccanismo, Poste Italiane evita – almeno in parte – di entrare in un contenzioso “affollato” in cui i difensori di ogni soggetto coinvolto solleveranno eccezioni al fine di tutelare il proprio assistito. Evitare, almeno in parte, la filiera di responsabilità comporta una maggiore sicurezza per il cessionario. E’ chiaro che, specularmente, il Professionista che firma la dichiarazione si farà carico di responsabilità che non sarebbero sue e che dovrebbe valutare anche alla luce delle condizioni della polizza professionale sottoscritta, che non è detto che comprenda una tipologia di rischio così estesa.

Il Professionista potrà infatti essere chiamato a rispondere non solo del proprio operato, ma di tutti gli aspetti che, nell’insieme, portano alla maturazione del credito d’imposta ceduto. Si consideri infatti che, nel momento in cui dichiara di avere “controllato e verificato la documentazione tecnica… e la conformità della stessa, nonché delle informazioni, dei dati e degli elementi ivi indicati, rispetto alla normativa applicabile”, si assume indirettamente la responsabilità anche della pratica urbanistica, del rispetto delle norme in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro e persino, seppure in modo anomalo, dell’operato del collaudatore in corso d’opera.

Analogie con il Codice dei contratti

In analogia a quanto previsto dal Decreto Legislativo 50/2016 in materia di appalto dei lavori pubblici, la dichiarazione richiesta da Poste somiglia a una sorta di “validazione”, ex post, dell’intera attività di progettazione e di esecuzione dei lavori.

La differenza è che, al momento, questa attività è lasciata al libero arbitrio del contribuente, che si trova diviso tra l’incudine e il martello. Poste infatti è uno dei pochi istituti di credito attualmente disponibili a “comprare” i crediti fiscali e quindi farà di tutto per ottenere la suddetta dichiarazione, ma senza una risposta ai seguenti enigmi:

  • qual è il professionista che deve firmarla?
  • cosa succede se nessuno è disponibile?
  • che tipo di copertura assicurativa è necessaria?
  • è un servizio a pagamento? E qual è il giusto compenso da riconoscere?
  • il compenso per questa certificazione aggiuntiva è fiscalmente detraibile?

 

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