Superbonus 110% e cessione del credito: perché l’asseverazione video?

Sta facendo discutere la recente modifica alla piattaforma messa a punto da Deloitte per il perfezionamento della cessione dei crediti maturati a seguito di interventi edilizi che accedono al superbonus 110% e agli altri bonus. Una modifica in cui si chiede la produzione di una asseverazione video.

Cessione dei crediti: la richiesta di Deloitte

Nell’articolo Superbonus 110% e cessione del credito: professionisti contrari all’asseverazione video ho già pubblicato e continuo ad aggiornare le denunce arrivate dal mondo professionale che ha visto in questa nuova e improvvisa richiesta l’ennesima vessazione a carico dei tecnici che in questi 28 mesi hanno avuto la malaugurata idea di avvicinarsi al mondo delle ristrutturazioni edilizie che accedono alla detrazioni fiscali del 110%.

Come se non bastassero gli ormai 20 correttivi alla normativa di rango primario e gli stravolgimenti nella cessione dei crediti edilizi che al momento hanno bloccato circa 45 miliardi di euro all’interno della piattaforma cessioni dell’Agenzia delle Entrate, Deloitte (società che si occupa di audit per conto di alcune banche) ha richiesto la produzione di un video che attesti la realizzazione degli interventi per i quali si chiede la cessione del credito.

Un video che dovrà:

  • essere registrato presso l’immobile oggetto dell’intervento;
  • essere realizzato da un tecnico che dovrà confermare gli importi e gli interventi asseverati;
  • riguardare ogni singolo SAL o fine lavori e ogni singola asseverazione (Asseverazione ENEA 110%, Asseverazione Sismica 110% e Asseverazione bonus inferiori al 110%);
  • avere durata non superiore a 5 minuti.

Come specificato da Deloitte stessa, il video dovrà:

  • inquadrare il tecnico, il tesserino di iscrizione all’ordine professionale e il documento di identità in corso di validità;
  • registrare il tecnico che dovrà illustrare i dati secondo un copione già definito;
  • inquadrare il cartellone di cantiere ove presente ed il civico dell’immobile oggetto di intervento;
  • inquadrare le lavorazioni eseguite spiegando brevemente l’intervento.

Perché Deloitte richiede l’asseverazione video?

Una richiesta (quella di Deloitte) che non scaturisce da alcuna disposizione normativa che riguarda il Superbonus 110% o la cessione dei crediti edilizi, ma che evidentemente discende a cascata dai contenuti del paragrafo 5.3 della circolare n. 23/E dell’Agenzia delle Entrate.

Ricordiamo, infatti, che l’Agenzia delle Entrate ha interpretato in maniera molto cautelativa i contenuti dell’art. 121, commi 5, 6 e 7 del Decreto Legge n. 34/2020 (Decreto Rilancio), prevedendo che la responsabilità solidale dei cessionari sia esclusa solo nel caso in cui lo stesso dimostri “diligenza” nella verifica degli acquisti dei bonus edilizi.

Cessionari che secondo il Fisco dovrebbero valutare l’eventuale:

  • l’assenza di documentazione o palese contraddittorietà rispetto al riscontro documentale prodotto;
  • l’incoerenza reddituale e patrimoniale tra il valore e l’oggetto dei lavori asseritamente eseguiti e il profilo dei committenti beneficiari delle agevolazioni in esame;
  • la sproporzione tra l’ammontare dei crediti ceduti ed il valore dell’unità immobiliare;
  • l’incoerenza tra il valore del credito ceduto e il profilo finanziario e patrimoniale del soggetto cedente il credito qualora non primo beneficiario della detrazione;
  • le anomalie nelle condizioni economiche applicate in sede di cessione dei crediti;
  • la mancata effettuazione dei lavori.

L’Agenzia delle Entrate non definisce, però, le modalità mediante le quali valutare i suddetti profili, lasciando liberi i cessionari di utilizzare quelle a loro più consone.

Le verifiche di diligenza

Per quel che riguarda l’assenza di documentazione, la palese contraddittorietà rispetto al riscontro documentale prodotto e la mancata effettuazione dei lavori, Deloitte ha ritenuto che l’unico modo per cautelarsi da un eventuale concorso nella violazione, sia quello di entrare nel merito della verifica non solo documentale.

Ricordiamo che l’accesso al Superbonus 110% richiede come minimo:

  • una pratica edilizia (CILAS, SCIA o PdC);
  • le asseverazioni del rispetto dei requisiti minimi (ecobonus e sismabonus);
  • l’asseverazione di congruità delle spese sostenute;
  • il visto di conformità.

Tutti documenti che a seguito della campagna mediatica sulle frodi fiscali e delle complicazioni normative del 2022, hanno messo in allerta tutti i cessionari ancora in gioco, soprattutto in considerazione della residua capienza fiscale a disposizione.

Secondo i dati illustrati dalla Presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario, Carla Ruocco, le banche hanno già accettato crediti per 30 miliardi di euro, mentre altri 45 miliardi risultano ancora in lavorazione (45 miliardi di euro virtuali ovvero sottratti all’economia reale). Un totale di circa 75 miliardi di euro che esaurirebbe la capienza fiscale complessiva del sistema bancario, stimata in circa 80 miliardi di euro nei 5 anni di orizzonte temporale previsti.

Considerato che le modifiche alla responsabilità solidale non sono ancora in vigore e che, quindi, non si conoscono gli effetti della possibilità offerta alla banche di cedere il credito ai clienti non consumatori (disposizione prevista dal Decreto Legge n. 50/2022, c.d. Decreto Aiuti), è chiaro che le Banche stiano stringendo i canali di cessione, limitando gli acquisti ai crediti sui quali non sono sicuri al 100%.

L’asseverazione video, benché possa considerarsi assolutamente lecita se chi deve acquistare un credito non vuole problemi da eventuali richieste di un Fisco sempre più pressante, alla luce degli adempimenti e dell’ufficialità della documentazione prodotta dai tecnici abilitati, risulta essere non solo una nuova inutile richiesta ai contribuenti, ma anche una mortificazione del lavoro dei tecnici abilitati, sempre più ai margini di una società che non crede più alla professionalità ma probabilmente preferisce dei fini comunicatori e video maker.

 

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