Superbonus al 100%, o più basso, anche sulle unifamiliari, le ipotesi in campo

L’aliquota del Superbonus si abbasserà e si cercherà di favorire le prime case e i proprietari con redditi bassi. Il Governo sta decidendo che direzione far prendere alle detrazioni fiscali sugli interventi edilizi. Si parte da una nuova ipotesi del 100%, ma in base alle risorse disponibili la detrazione potrebbe essere anche più bassa, e sembra esserci l’intenzione di includere nuovamente tra i beneficiari gli edifici unifamiliari.

Superbonus al 100% o più basso, le ipotesi al vaglio del Governo

Fin dalla campagna elettorale, il centrodestra ha manifestato un duplice obiettivo: da una parte non arrestare la crescita, dando risposte certe agli operatori del settore che hanno investito nel Superbonus, ma si trovano davanti a incertezze di tipo normativo e procedurale, dall’altra parte salvaguardare i conti dello Stato.

Il Governo sta ora ipotizzando di abbassare l’aliquota al 100% e includere nuovamente gli edifici unifamiliari, dando però la precedenza alle prime case e ai proprietari con redditi entro una soglia da definire.

La portata delle misure dipenderà dalle risorse disponibili, ma resta l’intenzione di abbassare l’aliquota e differenziarla in base al reddito e al tipo di casa. Subito dopo le elezioni, Fratelli d’Italia ha reso noto che stava ragionando su una riduzione tra il 60% e il 70%, ma in presenza delle condizioni giuste si potrebbe arrivare al 100%.

Sulla necessità di abbassare l’aliquota della detrazione si è espressa anche Bankitalia, che nello studio “Costs and benefits of the green transition envisaged in the Italian NRRP. An evaluation using the Social Cost of Carbon” ha sentenziato che il Superbonus costa troppo e ha immaginato un’aliquota al 40%.

Queste idee dovranno ora essere tradotte in pratica nel primo provvedimento utile, che con molta probabilità sarà il disegno di legge di bilancio per il 2023.

Superbonus, CNI investimenti ed effetti moltiplicativi

Il nuovo Superbonus dovrà fare i conti con le risorse disponibili, ma per gli addetti ai lavori ha rappresentato una boccata di ossigeno dopo la pandemia e non ha messo a riscio i conti dello Stato. Nei giorni scorsi Armando Zambrano, Presidente del Consiglio Nazionale Ingegneri (CNI), durante i lavori del 66° Congresso Nazionale degli Ordini degli Ingegneri d’Italia dal titolo “Confini – Linguaggi, progetti e idee per un futuro sostenibile” è tornato sugli effetti positivi del Superbonus.

Zambrano ha illustrato i dati elaborati da Enea, affermando che “tra agosto 2020 e dicembre 2021 la spesa per Superbonus 110% si stima sia stata di poco superiore ai 20 miliardi di euro, dei quali 16,2 miliardi di euro per il solo Superecobonus come certifica Enea. Dalla seconda metà del 2020 ad oggi la spesa complessiva è stata pari a 51,2 miliardi di euro”.

“Da gennaio a settembre 2022 – ha ricordato Zambrano – la spesa per Superecobonus 110% ha raggiunto 35 miliardi di euro; pertanto nei primi 9 mesi di questo anno, gli investimenti per la coibentazione e per l’efficientamento energetico degli edifici residenziali hanno già doppiato e superato l’intera spesa del 2021. La spesa per il momento si sta rivelando molto consistente e nel solo mese di settembre 2022, a causa anche e soprattutto delle scadenze legate agli interventi sugli edifici unifamiliari, si è raggiunta la cifra ‘record’ di 8,1 miliardi di euro”.

“Tali livelli di spesa, concentrati in un arco temporale piuttosto contenuto, riescono a generare effetti moltiplicativi particolarmente consistenti. Il nostro Centro Studi ha stimato tali effetti diretti sul sistema economico utilizzando come base della stima il modello di calcolo derivante delle Tavole delle interdipendenze settoriali elaborate dall’Istat”.

I professionisti, le imprese e i proprietari interessati ad avviare i lavori restano ora in attesa del testo del ddl.

 

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