Cessione del credito e bonus edilizi: una soluzione dagli enti locali

Quando di necessità si fa virtù. Se il Governo e la politica in generale sembrano immobili nel trovare una soluzione al blocco della cessione dei crediti fiscali che non rappresenti solo un palliativo, imprese ed enti locali stanno facendo di tutto per rimettere in circolo liquidità e svuotare i cassetti fiscali.

Cessione del credito: una soluzione dagli enti locali

Ne sono prova alcune iniziative messe in atto da Regioni, Province ed Enti Locali, che si stanno mettendo a disposizione per acquistare i crediti fiscali derivanti dalla prima cessione. Al momento non esiste alcuna norma contraria in merito e si spera che non ne vengano introdotte.

Ed è così che si stanno muovendo tante realtà: genera sicuramente speranza ed entusiasmo l’operazione della provincia di Treviso, la prima in assoluto in Italia che, dopo un bando di gara e una procedura abbastanza veloce, ha acquistato crediti d’imposta derivanti da bonus edilizi che utilizzerà in compensazione dei debiti fiscali maturati. I crediti verranno utilizzati nei prossimi 9 anni grazie ad accordi già stipulati con istituti bancari, che di anno in anno pagheranno le singole annualità per un valore nominale superiore al prezzo di cessione. Come ha specificato il fondo rischi obbligatorio per gli enti, il rischio sulla bontà dei crediti è molto limitato proprio perché l’operazione è fatta di anno in anno.

Un’operazione simile a quella che sta facendo la Regione Sardegna acqusitando dalle imprese e dalle banche crediti derivanti da bonus edilizi che userà in compensazione dei propri debiti fino alla concorrenza della capienza fiscale, e che probabilmente verrà seguita a ruota da Umbria e Lazio. La proposta è addirittura di creare un fondo poer la circolazione dei crediti che dia vita a una sorta di “Superbonus Regione”.

L’iniziativa di ATS per i dipendenti

E non solo: tornando in Veneto, la ATS, società di servizio idrico integrato in 52 comuni fra le province di Treviso, Belluno e Vicenza, ha deciso di mettere a disposizione un totale di 2,5 milioni di euro per l’acquisto dei crediti d’imposta derivanti da bonus edilizi, maturati dai propri dipendenti e dai loro conviventi che vogliono ristrutturare casa o procedere con interventi di efficientamento energetico.

Spiega ATS che si tratta di una forma di welfare aziendale a tutela non solo dei dipendenti, ma anche per sostenere l’economia del territorio, aiutando le imprese impegnate nella ristrutturazione degli edifici. Inoltre l’operazione supporta la sostenibilità a livello energetico degli immobili e permette anche di realizzare opere per il miglioramento del servizio idrico integrato in tutto il territorio.

Dei 2,5 milioni di euro messi a disposizione da ATS, 1,5 saranno destinati a chi usufruisce dei Bonus in 4-5 anni, i restanti in 10 anni. I margini di ricavo (si ipotizzano in totale circa 280mila euro) derivante dall’acquisto dei crediti a prezzi di mercato, saranno reinvestiti in opere per il miglioramento dei servizi di acquedotto, fognatura e depurazione nel territorio.

Sicuramente iniziative interessanti, che potrebbero moltiplicarsi nel Paese qualora non vengano bloccate. Come ha sottolineato il Coordinatore del Comitato Transizione Ecologica del M5S, Gianni Pietro Girotto “Vedremo se il Governo troverà il sistema di mettere i bastoni tra le ruote anche a questa soluzione; chiediamo intanto al governo di risolvere questo tragico blocco, per esempio utilizzando soggetti ben più capienti come Cassa Depositi e Prestiti o Poste Italiane, o anche una banca sostanzialmente dello Stato come Montepaschi Siena”.

Senza dimenticare la questione della classificazione dei crediti, ancora non del tutto definita dal MEF, che continua le interlocuzioni con Eurostat.

 

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